18 febbraio 1564: la morte di Michelangelo e il misterioso trasporto della salma

 18 febbraio 1564: la morte di Michelangelo e il misterioso trasporto della salma

Il 18 febbraio 1564, all’età di 89 anni, Michelangelo Buonarroti morì a Roma, nella sua modesta residenza di Piazza Macel de’ Corvi. Secondo la tradizione, lavorò fino a tre giorni prima del decesso alla sua ultima opera, la Pietà Rondanini.

Un inventario stilato dopo la sua morte rivelò la presenza di pochi beni artistici, tra cui due piccole sculture di cui si ignora la sorte (San Pietro e Cristo portacroce) e dieci cartoni. Tuttavia, il ritrovamento di un cospicuo tesoretto nascosto in una cassa sorprese chi conosceva lo stile di vita austero del maestro.

La contesa sulla sepoltura: il trafugamento del corpo

Subito dopo la sua morte, nacque una contesa sul luogo della sepoltura. I romani avrebbero voluto tumularlo nella Basilica di San Pietro, mentre la famiglia desiderava riportarlo a Firenze. Il nipote dell’artista, Lionardo Buonarroti, giunto a Roma per il recupero della salma, dovette agire con astuzia: per evitare l’opposizione dei romani, trafugò il corpo di notte e in gran segreto, trasportandolo in Toscana.

L’11 marzo 1564, la bara giunse a Firenze, dove venne ispezionata con una solenne cerimonia. Dopo una prima celebrazione funebre, il 14 luglio 1564, nella Basilica di San Lorenzo, si svolsero grandiosi funerali, con la chiesa decorata da drappi neri, pitture e sculture effimere che celebravano la vita e l’opera dell’artista.

L’eterno riposo in Santa Croce

Alla fine delle celebrazioni, Michelangelo fu sepolto nella Basilica di Santa Croce, dove fu realizzato un mausoleo monumentale, progettato da Giorgio Vasari. Il sepolcro è adornato da tre figure allegoriche, rappresentanti le arti in cui Michelangelo eccelse: pittura, scultura e architettura.

La morte del genio del Rinascimento fu un evento che segnò profondamente l’epoca, testimoniando il profondo impatto della sua opera sulla storia dell’arte.

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