19 febbraio 197: la battaglia di Lugdunum e l’ascesa di Settimio Severo

Il 19 febbraio 197 d.C., nei pressi dell’attuale Lione, l’esercito dell’imperatore Settimio Severo affrontò quello del rivale Clodio Albino in uno scontro decisivo per il dominio dell’Impero Romano. La battaglia di Lugdunum, considerata una delle più sanguinose dell’epoca, segnò la fine della lotta per il potere e l’inizio della dinastia dei Severi.
Strategie militari e svolgimento della battaglia
Le ostilità iniziarono con una mossa a sorpresa di Severo, che avanzò con l’ala destra per poi fingere una ritirata, attirando la cavalleria sarmata di Albino in un’imboscata e distruggendola. Successivamente, l’imperatore tentò un assalto con la sua ala sinistra, ma l’attacco fallì, e lo stesso Severo fu disarcionato dal cavallo.
Dopo due giorni di combattimenti incerti, il comandante della cavalleria imperiale, Giulio Leto, sferrò l’attacco decisivo ai fianchi dell’esercito avversario, spezzandone la resistenza. L’ala sinistra di Albino crollò, e il generale, sentendosi perduto, fuggì nel proprio accampamento per suicidarsi con la propria spada.
Conseguenze della battaglia: il dominio di Settimio Severo
Con la morte di Albino, i legionari di Severo inseguirono i soldati nemici fino a Lugdunum, penetrando nella città e compiendo un massacro lungo le rive della Saona e del Rodano. In segno di punizione per aver sostenuto Albino, la città fu saccheggiata e non riuscì più a recuperare il suo antico splendore.
Settimio Severo fece decapitare il cadavere del rivale e inviò la testa a Roma come monito ai suoi oppositori. Il corpo di Albino rimase esposto per giorni davanti al quartier generale imperiale, finché, straziato dai cani, venne gettato nel fiume.
Con questa vittoria, Severo eliminò l’ultimo avversario e consolidò il proprio potere assoluto, dando origine alla dinastia severiana, che avrebbe governato Roma per quasi mezzo secolo.