22 febbraio: a Roma si celebravano i Caristia: festa dell’amore familiare e della riconciliazione

 22 febbraio: a Roma si celebravano i Caristia: festa dell’amore familiare e della riconciliazione

Il 22 febbraio, nell’antica Roma, si celebravano i Caristia, noti anche come Cara Cognatio, una festività dedicata all’amore familiare e alla riconciliazione. Pur essendo una festività ufficiale, i Caristia si svolgevano in un contesto privato, con banchetti e scambi di doni tra i membri della famiglia, simboleggiando l’unità e l’armonia domestica.

Il significato dei Caristia nell’antica Roma

I Romani si riunivano per un grande banchetto familiare, durante il quale si offriva incenso ai Lari, le divinità protettrici della casa. Era un giorno di pace e riconciliazione, in cui si mettevano da parte litigi e rancori.

Questa festività seguiva i Parentalia (13-21 febbraio), nove giorni dedicati al culto dei defunti, e i Feralia (21 febbraio), giorno di offerte ai morti. Alcune fonti indicano proprio i Caristia come celebrazione conclusiva di questo ciclo, rappresentando un passaggio tra il ricordo degli antenati e il legame con i vivi.

Usanze e tradizioni: scambi di doni e distribuzioni di cibo

Durante i Caristia, si scambiavano doni simbolici e si distribuivano pane, vino e sportulae (piccole somme di denaro o buoni). Il poeta Marziale racconta di questa tradizione in due suoi epigrammi, in cui, con ironia, si scusa con i familiari per non aver inviato loro alcun regalo.

L’influenza dei Caristia nel mondo cristiano

Nonostante la caduta dell’Impero Romano, la festa sopravvisse a lungo, influenzando le agapi cristiane, in cui il consumo rituale di pane e vino presso le tombe fu sostituito dall’Eucaristia. I Caristia rappresentavano un momento di unione e convivialità, valori che rimasero forti anche nelle tradizioni successive.

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