23 febbraio 303: Diocleziano emette il primo editto contro i cristiani

 23 febbraio 303: Diocleziano emette il primo editto contro i cristiani

Il 23 febbraio 303, l’imperatore romano Diocleziano promulgò il primo editto contro i cristiani, segnando l’inizio della più violenta persecuzione dell’epoca tardoantica. Inizialmente, Diocleziano preferiva limitare l’accesso dei cristiani a cariche pubbliche per placare gli dèi, ma il suo collega Galerio spinse per misure più estreme. Per risolvere il dibattito, consultarono l’oracolo di Apollo a Didima, che dichiarò i cristiani “il male sulla terra” e un ostacolo alla volontà divina.

Convinto dalla risposta dell’oracolo, Diocleziano ordinò la distruzione della nuova chiesa cristiana di Nicomedia, il rogo delle Sacre Scritture e il saccheggio dei suoi tesori. L’editto impose la demolizione dei luoghi di culto e la confisca delle proprietà cristiane, proibì i raduni religiosi e tolse ai fedeli il diritto di rivolgersi ai tribunali, esponendoli alla tortura giudiziaria. Inoltre, senatori, equites, decurioni e soldati cristiani furono privati del loro status sociale, mentre i liberti imperiali vennero ridotti nuovamente in schiavitù.

Sebbene Diocleziano avesse richiesto che l’editto fosse applicato senza spargimento di sangue, i giudici locali interpretarono liberamente il decreto, infliggendo condanne a morte. Su pressione di Galerio, la condanna al rogo divenne una delle modalità di esecuzione più diffuse in Oriente, rendendo questa persecuzione una delle più sanguinose della storia dell’Impero Romano.

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