17 febbraio 364: la misteriosa morte dell’imperatore Gioviano

 17 febbraio 364: la misteriosa morte dell’imperatore Gioviano

L’imperatore Gioviano morì il 17 febbraio 364, dopo soli otto mesi di regno. Il decesso avvenne a Dadastana, in Bitinia, mentre tornava con l’esercito dalla fallimentare campagna militare contro l’Impero persiano. Le circostanze della sua morte restano incerte: secondo alcune fonti, sarebbe stato avvelenato accidentalmente dalle esalazioni di un braciere nella sua stanza; altre, come lo storico Ammiano Marcellino, attribuiscono il decesso a un’indigestione.

Dalla nomina imperiale a una pace controversa

Figlio del generale Varroniano, Gioviano fece carriera nell’esercito e divenne comandante dei protectores domestici sotto l’imperatore Giuliano. La sua ascesa al trono avvenne il 26 giugno 363, quando, dopo la morte di Giuliano per le ferite riportate in battaglia contro i Sasanidi, fu scelto come successore da un consiglio militare.

Gioviano, privo di esperienza bellica, optò per una soluzione diplomatica per porre fine al conflitto con la Persia, ma il trattato di pace che firmò si rivelò sfavorevole a Roma. L’accordo prevedeva la cessione dei territori conquistati da Galerio in Mesopotamia nel 297, lasciando l’Armenia sotto il controllo persiano. Una decisione che Ammiano Marcellino definì “vergognosissima” e “ignobile”, segno della fragilità dell’Impero in quel periodo.

Politica religiosa e sepoltura

Di fede cristiana, Gioviano revocò i decreti anti-cristiani del suo predecessore, Giuliano, pur adottando una politica di tolleranza religiosa. Dopo la sua morte, il suo successore, Valentiniano I, lo fece probabilmente seppellire nel complesso della chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli, accanto agli altri imperatori da Costantino in poi.

Sebbene il suo regno sia stato breve, le scelte di Gioviano ebbero conseguenze significative, soprattutto per la politica estera romana, segnando una delle più gravi ritirate territoriali dell’Impero.

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