I luoghi del ricordo

Nel Giorno del Ricordo, una passeggiata tra i luoghi della memoria all’Eur, dal Villaggio Giuliano Dalmata al Monumento alle vittime delle foibe.
Che tu sia un romano o un turista, ecco una passeggiata insolita. Poco panoramica ma davvero profonda. Nel giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe ti porto alla scoperta del villaggio giuliano dalmata. Siamo all’Eur, in una zona nata per gli operai dell’Esposizione Universale, ma che nel 1955 divenne rifugio per oltre 2.000 profughi istriani, fiumani e dalmati.
Parti da Piazza Giuliani e Dalmati dove c’è il Monumento all’Esodo con il mosaico dell’artista polesano Amedeo Colella. Guarda bene a terra: stai camminando su 200 mattonelle in travertino, incise con i nomi degli esuli, disposte nella forma stilizzata della penisola istriana.
Poco più avanti svetta la Lupa capitolina di Pola, mentre alle tue spalle trovi la Chiesa di San Marco Evangelista all’agro Laurentino. All’esterno nota la statua del Leone di San Marco mentre all’interno c’è una cripta decorata con i mosaici dei santi protettori delle terre perdute.
Attraversa le strade del villaggio: via Oscar Sinigaglia, via Fratelli Reiss Romoli, via Antonio Cippico. Qui, al civico 10, trovi l’Archivio Museo Storico di Fiume, che custodisce oltre 5.000 volumi, cimeli e documenti legati alla città di Fiume, oggi conosciuta come Rijeka.
Pochi passi e sei su via Laurentina dove il Cippo Carsico, un masso estratto dai campi di battaglia della Grande Guerra, rende omaggio ai caduti giuliano-dalmati. Ai lati, due panchine tricolori: una ricorda Norma Cossetto, studentessa italiana vittima delle foibe. L’altra celebra i campioni dello sport istriani che hanno reso grande l’Italia.
All’angolo con via dei Sommozzatori nota bene un edificio rosso scuro: oggi sede della Protezione Civile, un tempo un istituto di accoglienza e istruzione. Ospitava 120 bambine tra i 6 e i 12 anni. Sulla facciata si legge ancora il nome originale insieme a un bassorilievo raffigurante il Leone di San Marco.
Continua su via Laurentina. Dopo 800 metri, nei pressi della metro, eccolo, il monumento alle vittime delle foibe. Un’opera che pochi notano, ma che parla forte. Tre volti sofferenti emergono dal ferro contorto, urla silenziose che raccontano l’orrore. L’opera infatti ricorda come vennero uccise le vittime delle foibe, legate tra loro e gettate nelle cavità carsiche.
Non dimenticare che ricordare non è nostalgia, è un dovere. Buona passeggiata.