Il bunker nascosto di Villa Ada: il rifugio segreto dei Savoia a Roma

Un bunker in uno dei parchi più grandi e belli di Roma? Esatto, nella città eterna succede anche questo.
Siamo a villa Ada Savoia, un meraviglioso parco urbano tra i più estesi della capitale che è stato anche residenza ufficiale della famiglia Savoia.
Parentesi, lo sai perché si chiama Ada? Te lo spiego io. In realtà il vero nome è Villa Ada Savoia. Il bello è che non mai esistita una Ada appartenente alla famiglia dei Savoia. Si tratta di un falso storico che nel tempo è stato dato per buono e oggi è addirittura riconosciuto dall’amministrazione capitolina. E allora chi era Ada?
Un passo indietro, la villa fu acquistata da re Vittorio Emanuele II a fine ottocento e subito rivenduta da suo figlio Umberto I al conte Giuseppe Telfener. Fu proprio lui a dedicarla a sua moglie Ada. I Savoia la ricomprarono in seguito ma ormai la frittata era fatta.
Anche perché scoppiò la guerra e la famiglia regnante aveva altri problemi che non cambiare il nome a un parco. Villa Ada però aveva una conformazione particolare che poteva essere sfruttata come protezione e così pensarono bene di costruirci un bunker.
Fu realizzato dall’ingegner Cametti che ricevette un compenso di 706mila lire e ultimato in sette mesi a giugno del 1943.
E’ un bunker unico al mondo per due caratteristiche in particolare: non si trova sotto terra ma è scavato in una collinetta, denominata Colle delle Cavalle Madri. Ciò consentiva l’accesso all’interno con la macchina. Le ante della porta carrabile erano pesanti oltre due tonnellate ciascuna. Consentivano l’accesso a un corridoio a forma d curva che prevedeva un’apposito spazio di manovra per le macchine che entravano. Così in caso di bombardamento la famiglia Savoia poteva salvare anche le proprie automobili. Scherzo, il rifugio distava 350 metri dalla residenza del re e in caso di emergenza non era raggiungibile velocemente a piedi. Ecco la necessità di entrare in macchina.